Questo sito può utilizzare cookies tecnici e/o di profilazione, anche di terze parti, al fine di migliorare la tua esperienza utente.

Proseguendo con la navigazione sul sito dichiari di essere in accordo con la cookies-policy.   Chiudi

Iscrizioni alla scuola secondaria di Crespina: la posizione della Giunta di Crespina Lorenzana

Comunicato Ufficiale della Giunta Municipale


Per comprendere cosa sta accadendo riguardo alle iscrizioni alla scuola secondaria di
Crespina, occorre aver presente cosa è accaduto in questi anni alla scuola di Cenaia in
conseguenza della gestione delle iscrizioni da parte della Direzione didattica.
A Cenaia, per accogliere le richieste di numerosi esterni (residenti fuori Comune e
fuori istituto comprensivo), negli anni sono stati smantellati in piena autonomia dalla
direzione didattica ben tre spazi destinati a laboratorio per far posto a tre aule, per
ospitare 13 classi invece di 10, arrivando ad avere circa il 25% di fuori comune iscritti,
(un quarto in più) e trasformando così quella struttura adeguata nel 2005 per
soddisfare le esigenze del nostro territorio in una scuola sovraffollata all'interno della
quale non esistono più strutture idonee né possono essere allestiti laboratori, avendo
saturato ogni spazio disponibile.
Anche per quanto riguarda l’erogazione dei servizi scolastici (mensa e trasporto) i
problemi si ripercuotono: abbiamo un sovraffollamento alla mensa di Cenaia poiché i
non residenti che non hanno trovato posto nella sezione a tempo pieno si sono iscritti
nella sezione a tempo prolungato ma restano comunque tutti i pomeriggi, perché
vengono associati ad altre classi…insomma ognuno fa qual che vuole. Però per il
Comune (ossia per i cittadini contribuenti) ogni pasto è un costo, poiché la
compartecipazione copre solo una parte, anche se la quota è al massimo. La riduzione
della quota mensa in base alla fascia isee non significa che il pasto costa meno,
significa che la differenza la pagano gli altri contribuenti. Anni fa per cercare di
scoraggiare queste iscrizioni esterne abbiamo stabilito che i non residenti non
dovessero avere riduzioni (finanziate dal Comune, quindi dalle tasse dei residenti):
qualcuno pare contestare anche questa scelta.
Anche lo scorso anno si è presentato a Cenaia lo stesso problema: sono stati accettati
ben 10 non residenti in prima (nonostante il Comune avesse manifestato per scritto
la contrarietà) e poi abbiamo dovuto portare le prime a Ceppaiano, a causa delle
restrizioni anti covid, creando disagio anche alla scuola dell’infanzia (che si è dovuta
riorganizzare di conseguenza), e dovendo sostenere il costo di una corsa di scuolabus
in più, e questo per far spazio ai non residenti.
Nella scuola di Cenaia, sovrafollata dall’inserimento forzato, oltre ogni regola di tutti
questi utenti non residenti, resta solo la buona volontà e la professionalità degli
insegnanti, che non è poco…Ma sappiamo che è difficile fare buona didattica in
strutture inadeguate. Per questo abbiamo fatto un investimento rilevantissimo alla
scuola media di Crespina, e per questo stanno per partire i lavori di riqualificazione
totale della scuola di Lorenzana, e per lo stesso motivo abbiamo sempre cercato di
contenere, per quanto in nostro potere, questa incomprensibile politica di
sovraffollamento, finora con scarsi risultati.
Non è automatico che una buona struttura significhi buona scuola, ma una buona
struttura, arredi e laboratori adeguati, spazi non sovraffollati contribuiscono a
stimolare le persone a dare il meglio di sé, i ragazzi e gli insegnanti: ecco la scuola di
qualità.
Questo è il criterio che vogliamo seguire da qui in avanti per le nostre scuole,
compresa la nuova scuola secondaria di Crespina.
La nuova scuola secondaria di Crespina è un edificio di circa 1400 m quadri, ben più
grande dei 600 della scuola provvisoria nel quale hanno trovato posto fino ad ora 140
bambini. La nuova scuola è costituita da 10 aule più uno spazio molto grande che è
possibile destinare a refettorio o a laboratorio aggiuntivo, una stanza per lo
sporzionamento, una grande Agorà al piano terra , un’aula insegnanti, una biblioteca,
oltre ai servizi e agli spazi connettivi. La possibilità che in questa scuola possano trovar
posto tre sezioni esiste, ma è una possibilità da prendere in considerazione solo per
soddisfare notevoli aumenti di nascite (improbabili nel prossimo futuro), non certo
per dare risposte a richieste provenienti da comuni all’interno dei quali vi sono
strutture nuovissime.
Dati alla mano, con i numeri che abbiamo oggi e con i trend che avremo nei prossimi
anni (il trend delle nascite negli ultimi anni è attestato sui 40 bambini all’anno in tutto
il Comune), si è deciso in pieno e totale accordo con la direzione didattica, fin dalle
fasi preliminari di progetto, di costruire una scuola grande, ma organizzata per due
sezioni, per una didattica evoluta e quindi di arredarla ed attrezzarla con dei laboratori
all'avanguardia. Passare ad una terza sezione, non per soddisfare l'aumento di nascite
dei residenti, che non c’è (né ci sarà perché le nascite sono in calo) ma per accogliere
le richieste di chiunque dall’esterno voglia iscriversi (questo è in pratica quello che
alcuni vorrebbero che si facesse) significa inevitabilmente modificare l’impianto (il
layout) di questa scuola e dover fare delle rinunce. Non più sei aule e quattro
laboratori, ma nove aule e un laboratorio (difficilmente utilizzabile da duecento
bambini).
Vogliamo evitare che alla scuola di Crespina accada quello che in passato è accaduto
alla scuola di Cenaia, perché accogliere indiscriminatamente qualsiasi domanda arrivi
e quindi sovraffollare la scuola non è un criterio, ma è un atteggiamento che va nella
direzione opposta a quella che abbiamo sempre voluto perseguire e vogliamo
continuare a farlo: la scuola di qualità.
Sappiamo che la direzione didattica, quando vuole, può decidere di sdoppiare due
classi numerose in tre meno numerose con riorganizzazioni interne, e questo è stato
fatto in passato (infatti attualmente a Crespina ci sono due prime sulla carta ma tre in
pratica). E questa è una prassi che la scuola può prendere in considerazione per
lavorare meglio, sempre se non si smantellano laboratori. Diverso è il caso di
assegnazione ufficiale di una terza sezione da parte del provveditorato: in quel caso,
non si potrà più limitare le iscrizioni arbitrariamente ma la direzione didattica sarà
obbligata ad accogliere le richieste fino alla capienza massima. Perché la legge va
rispettata non “interpretata”. Quindi il raggiungimento dei duecento bambini sarebbe
una semplice conseguenza nel giro di due anni. Infatti, il problema non sta solo in
un’anomalia di quest’anno: basti considerare che se al numero dei bambini che oggi
frequentano le quarte a Cenaia e a Lorenzana dovessimo sommare le richieste dei
fuori comune come quest’anno, saremmo a ben più di 60 anche per l’anno successivo.
Se dovessimo chiedere una terza sezione per dare risposta a tutte queste richieste di
iscrizione, ci domandiamo: i laboratori che fine fanno? E la possibilità di utilizzare gli
spazi connettivi per attività integrative? Laddove dovesse esserci un rientro
pomeridiano (chiesto da molti) quanti turni dovrebbe fare il refettorio? E perché
dovremmo mettere da parte cavalletti per la pittura, tavoli luminosi per far spazio ad
altri banchi? Se nell’aula di musica si deve fare lezione “normale” i leggii devono
lasciare il posto ad altri banchi. Gli sgabelli che ci sono nel laboratorio di scienze vanno
bene per un uso limitato, per un uso continuo occorre la sedia, ma allora i banconi
che sono costati più di 20 mila euro che fine fanno? Tutto il valore aggiunto che
questa scuola ha, perché così l’abbiamo voluta, tutti, compresa la Direzione
didattica, si disperderebbe in un attimo.
E’ il caso di ricordare che gli alunni residenti, a regime, sarebbero tra i 120 e i 130, 20
per classe in due sezioni, non 200.
Inoltre (anche se non è l’aspetto più importante) ad ogni bambino è associato un
armadietto ed una struttura interna all’aula, oltre a banchi sedie leggii etc: perché
dovremmo sostenere noi questi costi aggiuntivi?
Ancora rimanendo sul tema costi: è stato stimato che la presenza nelle nostre scuole
di un numero così elevato di non residenti costi al comune ogni anno una cifra attorno
ai 50 mila euro, e con questa cifra negli anni avremmo potuto pagare un mutuo di
quasi un milione di euro di investimenti, magari oggi avremmo una palestra. Non è
questo un dato rilevante? Forse non lo è per chi paga le tasse in un Comune e
usufruisce dei servizi in un altro.
Noi abbiamo 45 residenti che si sono iscritti in prima media, possono agevolmente
essere organizzati in due sezioni (che la scuola può dividere in tre se lo ritiene
opportuno, nel loro interesse, senza smantellare alcun laboratorio): per quale ragione
dovremmo accettare 61 iscrizioni, ben 16 di non residenti? A Fauglia c’è una scuola
media con due sezioni che rischia di perderne una per il calo degli iscritti (la struttura
non è nuova ma la didattica è la stessa), a Lari c’è una scuola media inaugurata pochi
anni fa che, a causa di questo esodo dei residenti, potrebbe perdere una sezione per
gli stessi motivi: ha senso dare seguito a una richiesta anomala che provocherebbe
il sovraffollamento di una scuola e allo stesso tempo lo spopolamento di altre due
nei comuni limitrofi? Spopolamento che, con la riduzione di una sezione, si
trasformerebbe a sua volta in sovraffollamento delle classi rimaste, quindi classi
numerose alternate ad aule vuote. Questi studenti il diritto allo studio non ce l’hanno?
In ogni comune e all’interno di ogni istituto comprensivo esistono delle regole che
servono proprio ad evitare queste incongruenze e a garantire delle condizioni di
equilibrio, e nei comuni più grandi esistono perfino degli stradari per equilibrare le
iscrizioni nelle varie scuole all’interno dello stesso Comune: per quale ragione a
Crespina Lorenzana si deve pretendere che queste regole non debbano valere? Chi
invoca la costituzione, il diritto allo studio, pensa che le regole non valgano per lui?
Non dovrebbe esser chiaro a tutti che la propria libertà finisce dove inizia la libertà
degli altri? Come si può nello stesso discorso appellarsi ad una continuità didattica e
scolastica tra la quinta e la prima media e allo stesso tempo invitare ad iscrivere a
Crespina coloro che hanno frequentato la primaria in altri comuni?
Quello che vogliamo sostenere è che anche in questo Comune finalmente si deve
iniziare a seguire delle regole, che sono le stesse che si seguono in tutti i Comuni,
niente di più, regole e prassi che servono a regolare la situazione nell’interesse degli
utenti, residenti in primis, regole che non si possono e non si devono piegare alle
esigenze dei singoli creando così un’iniquità per tutti gli altri.
Noi abbiamo costruito una scuola di un certo tipo con grande impegno, rinunce e
sacrifici, passando attraverso sei anni di scuola provvisoria: non è giusto rinunciare
alla possibilità di goderne a pieno dovendola trasformare, privare delle dotazioni di
cui l’abbiamo fornita (in pieno e totale accordo con la direzione didattica) e
diminuirne la funzionalità per far spazio a richieste provenienti dai comuni limitrofi.
Lari ha due scuole medie, una di una decina di anni fa e l’altra nuova come la nostra
ed ha ampiamente posti a disposizione per i propri residenti.
Comprendiamo l’amarezza di coloro che non vedessero esaudita la loro richiesta di
iscrizione, ma questo è ciò che accade ogni anno in ogni comune quando la domanda
e l’offerta non si incontrano, soprattutto quando si creano situazioni incresciose la cui
responsabilità va imputata a chi, anni fa, fece queste forzature che oggi, purtroppo,
presentano il conto.
Un conto è rendersi disponibili ad accogliere le richieste di iscrizione di non residenti
in una situazione di “normalità”, quando alcuni arrivano e altri vanno, quando stiamo
parlando di qualche unità che non altera gli equilibri. Altro conto è favorire
spostamenti del 25% degli iscritti.
Abbiamo costruito la nuova scuola e l’abbiamo arredata e impostata per soddisfare al
meglio le esigenze del nostro comune, non di altri Comuni dove le scuole ci sono.
La legge prevede che sia il Comune ad approvare il piano di utilizzo degli edifici, e lo
scorso Gennaio la Giunta ha approvato un Piano in cui si prevede che a Crespina si
attivino due prime a settembre, non tre, questo per non sacrificare un altro
laboratorio, magari quello di arte, come già accaduto per l’aula di decompressione
smantellata ancor prima di iniziare, in attesa che le classi passino (tra due anni) da 7
a 6.
E questa decisione è stata presa in accordo con la Direzione Didattica e con i
professori, con i quali è stato concordato nei minimi dettagli ogni aspetto relativo al
progetto e agli arredi, nel corso di numerosissime riunioni. Ogni scelta è stata fatta
seguendo le loro richieste, stanza per stanza, i leggii, i carrelli, i cavalletti i banchi, gli
armadietti, fino alla marca degli schermi touch.
Pertanto ogni decisione della direzione didattica che da qui in avanti non seguisse la
direzione che punta al massimo della qualità didattica (che invece finora abbiamo
condiviso, che è il punto di forza di quella scuola e che è rappresentata all’interno del
Piano di Utilizzo degli edifici scolastici) privando la scuola del valore aggiunto di cui è
stata dotata, troverebbe la ferma opposizione del Comune nell’interesse dei nostri
cittadini.


La Giunta Municipale di Crespina Lorenzana

 

Allegato Iscrizioni Scuola Media di Crespina Lorenzana (450,17 KB)
  Comunicato Ufficiale della Giunta